Il sincretismo tra Eracle e Melqart attesta la presenza di una testa imberbe, ricoperta solo dalla leontè, in cui le caratteristiche stilistiche greche sembrano prevalere su quelle fenicie.
Il sincretismo tra Eracle e Melqart attesta la presenza di una testa imberbe, ricoperta solo dalla leontè, in cui le caratteristiche stilistiche greche sembrano prevalere su quelle fenicie.
Il “Satiro danzante” conservato nell’omonimo museo di Mazara del Vallo, è una statua in bronzo di dimensioni superiori al vero non integra, copia di epoca ellenistica. Contrariamente al solito, non è oggetto di dubbi la sua interpretazione: si tratta di un satiro, raffigurato durante un’estasi orgiastica nel corso di un rituale in onore del dio Dioniso.
La “Testa di Basilea”, conservata presso il Museo Archeologico di Reggio insieme alla più celebre “Testa del filosofo”, faceva parte del carico di traghetto che operava nello Stretto, ed era stata imbarcata come rottame metallico. Gli studi sul carico del relitto hanno confermato una datazione del naufragio negli anni a cavallo tra la fine del V sec. e gli inizi del IV sec. a.C., con un terminus ante quem del 375 a.C.
La statua di Pitagora di Samo è conservata, in frammenti, presso il Museo Archeologico di Reggio, e proviene dal “Relitto di Porticello di Villa San Giovanni”. Si tratta del carico di un traghetto che faceva la spola tra le sponde dello Stretto, affondato nel primo quarto del IV secolo a.C. Nel suo carico erano presenti pezzi di statue di pregio, appositamente rotte per essere vendute come lingotti di bronzo da rifondere.
I Bronzi di Riace, capolavori dell’arte classica, realizzati ad Argo nel Peloponneso, nel V secolo a.C., e poi portati a Roma e lì restaurati nel I secolo d.C., sono conservati nel Museo Archeologico di Reggio.