Il 17 e il 18 settembre 2022 il progetto Magna Grecia 3D sarà in mostra alla Galleria Vittorio Emanuele di Messina per la quarta edizione della Notte d’Arte 2022.
Notte d’Arte Messina 2022

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Il 17 e il 18 settembre 2022 il progetto Magna Grecia 3D sarà in mostra alla Galleria Vittorio Emanuele di Messina per la quarta edizione della Notte d’Arte 2022.
Agosto 2022 è in edicola il numero speciale monografico sui Bronzi di Riace di Archeo. Ampio spazio alle ricostruzioni a tutta pagina del progetto Magna Grecia 3D.
Dal 16 al 20 giugno 2022 le opere del progetto Magna Grecia 3D saranno in mostra alla Casa del Cinema di Taormina durante TAOBUK 2022 in collaborazione con i docenti dell’Università degli Studi di Messina.
Il sincretismo tra Eracle e Melqart attesta la presenza di una testa imberbe, ricoperta solo dalla leontè, in cui le caratteristiche stilistiche greche sembrano prevalere su quelle fenicie.
L’Apollo che guida è un originale greco in marmo realizzato all’inizio del V secolo a.C. frutto di un restauro coraggioso, con gli operatori che hanno deciso di unire due diversi reperti scultorei, il corpo e la testa, rinvenuti tra il ‘700 e gli inizi del ‘900 a Lentinoi, colonia calcidese di Sicilia.
L’Afrodite Landolina, conservata presso il Museo Archeologico di Siracusa, è una scultura in marmo, copia di epoca romana di un originale ellenistico. Si tratta di una Venus pudica, derivata dalla Afrodite Cnidia, opera di Prassitele.
L’Apollo Reggino è un originale greco in marmo di Paros, realizzato all’inizio del V secolo a.C., conservato nel Museo Archeologico di Reggio, conosciuta come Kouros di Reggio.
Il “Satiro danzante” conservato nell’omonimo museo di Mazara del Vallo, è una statua in bronzo di dimensioni superiori al vero non integra, copia di epoca ellenistica. Contrariamente al solito, non è oggetto di dubbi la sua interpretazione: si tratta di un satiro, raffigurato durante un’estasi orgiastica nel corso di un rituale in onore del dio Dioniso.
La “Testa di Basilea”, conservata presso il Museo Archeologico di Reggio insieme alla più celebre “Testa del filosofo”, faceva parte del carico di traghetto che operava nello Stretto, ed era stata imbarcata come rottame metallico. Gli studi sul carico del relitto hanno confermato una datazione del naufragio negli anni a cavallo tra la fine del V sec. e gli inizi del IV sec. a.C., con un terminus ante quem del 375 a.C.
La statua di Pitagora di Samo è conservata, in frammenti, presso il Museo Archeologico di Reggio, e proviene dal “Relitto di Porticello di Villa San Giovanni”. Si tratta del carico di un traghetto che faceva la spola tra le sponde dello Stretto, affondato nel primo quarto del IV secolo a.C. Nel suo carico erano presenti pezzi di statue di pregio, appositamente rotte per essere vendute come lingotti di bronzo da rifondere.